Venerdì 2 giugno si celebra il 77esimo anniversario della Festa della Repubblica e, come ogni anno, a Roma sono previste cerimonie istituzionali e iniziative per celebrare lo storico referendum del 1946, con cui gli italiani abolirono la monarchia in favore della Repubblica. In via dei Fori Imperiali si svolgerà la tradizionale parata, nel cielo è atteso il volo delle Frecce Tricolore. Ma vediamo nel dettaglio quali saranno gli appuntamenti e le celebrazioni del 2 giugno 2023 a Roma.
Le celebrazioni della Festa della Repubblica inizieranno giovedì 1 giugno, quando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella accoglierà i Capi Missione accreditati in Italia al Concerto eseguito al Quirinale dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Speranza Scappucci. Sono in programma musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Gioacchino Rossini, Giuseppe Martucci e Giuseppe Verdi. Il concerto sarà aperto dal saluto del Presidente Mattarella e sarà trasmesso - come sempre - anche in tv, su Rai Uno e via radio su Rai Radio 3 a partire dalle 17,50. Al termine del concerto seguirà il tradizionale ricevimento serale nei Giardini del Quirinale.
Giovedì 1 giugno, inoltre, alle 15, in Piazza del Quirinale si svolgerà il cambio della guardia in forma solenne da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del 4° Reggimento Carabinieri a cavallo.
Le celebrazioni ufficiali della Festa della Rapubblica culmineranno, ovviamente, nella giornata di venerdì 2 giugno: alle ore 9.15, il Presidente Mattarella, alla presenza delle più alte cariche Istituzionali, renderà omaggio all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro con nastro tricolore. Contestualmente ci sarà il sorvolo delle Frecce Tricolori sui cieli di Roma.
Successivamente il Presidente della Repubblica riceverà, in Via di San Gregorio, la presentazione dei Reparti schierati per la rivista e assisterà dalla tribuna presidenziale di via dei Fori Imperiali alla tradizionale Parata Militare.
Nel pomeriggio del 2 giugno è prevista l’apertura al pubblico dei Giardini del Quirinale, dalle ore 16.30 alle 18.30, riservata a categorie di persone con fragilità. L’individuazione degli ospiti è stata curata dalle associazioni a carattere nazionale rappresentative delle categorie.
In concomitanza dell’apertura dei Giardini, per la prima volta si esibiranno al Quirinale il Coro Giovanile Italiano della Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali (Feniarco), la Banda Musicale Giovanile del Piemonte dell’Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome (ANBIMA) e, come lo scorso anno, la Banda Interforze.
Il Ministero della cultura ha infine deciso di dare libero accesso ai musei, alle aree e ai parchi archeologici ed ai complessi monumentali di pertinenza statale, inclusi, in assenza di un percorso espositivo separato e di un biglietto distinto, gli spazi in cui sono allestite mostre o esposizioni temporanee. E' la prima volta nella storia della Repubblica. Il Ministro Gennaro Sangiuliano, infatti, all'iniziativa #domenicalmuseo, ha aggiunto altre 3 date a libero accesso nei luoghi della cultura: una è appunto il 2 giugno, le altre sono il 25 aprile e il 4 novembre.
Venerdì 2 giugno si celebra il 77esimo anniversario della Festa della Repubblica e, come ogni anno, a Roma sono previste cerimonie istituzionali e iniziative per celebrare lo storico referendum del 1946, con cui gli italiani abolirono la monarchia in favore della Repubblica. In via dei Fori Imperiali si svolgerà la tradizionale parata, nel cielo è atteso il volo delle Frecce Tricolore. Ma vediamo nel dettaglio quali saranno gli appuntamenti e le celebrazioni del 2 giugno 2023 a Roma.
Le celebrazioni della Festa della Repubblica inizieranno giovedì 1 giugno, quando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella accoglierà i Capi Missione accreditati in Italia al Concerto eseguito al Quirinale dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Speranza Scappucci. Sono in programma musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Gioacchino Rossini, Giuseppe Martucci e Giuseppe Verdi. Il concerto sarà aperto dal saluto del Presidente Mattarella e sarà trasmesso - come sempre - anche in tv, su Rai Uno e via radio su Rai Radio 3 a partire dalle 17,50. Al termine del concerto seguirà il tradizionale ricevimento serale nei Giardini del Quirinale.
Giovedì 1 giugno, inoltre, alle 15, in Piazza del Quirinale si svolgerà il cambio della guardia in forma solenne da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del 4° Reggimento Carabinieri a cavallo.
Le celebrazioni ufficiali della Festa della Rapubblica culmineranno, ovviamente, nella giornata di venerdì 2 giugno: alle ore 9.15, il Presidente Mattarella, alla presenza delle più alte cariche Istituzionali, renderà omaggio all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro con nastro tricolore. Contestualmente ci sarà il sorvolo delle Frecce Tricolori sui cieli di Roma.
Successivamente il Presidente della Repubblica riceverà, in Via di San Gregorio, la presentazione dei Reparti schierati per la rivista e assisterà dalla tribuna presidenziale di via dei Fori Imperiali alla tradizionale Parata Militare.
Nel pomeriggio del 2 giugno è prevista l’apertura al pubblico dei Giardini del Quirinale, dalle ore 16.30 alle 18.30, riservata a categorie di persone con fragilità. L’individuazione degli ospiti è stata curata dalle associazioni a carattere nazionale rappresentative delle categorie.
In concomitanza dell’apertura dei Giardini, per la prima volta si esibiranno al Quirinale il Coro Giovanile Italiano della Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali (Feniarco), la Banda Musicale Giovanile del Piemonte dell’Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome (ANBIMA) e, come lo scorso anno, la Banda Interforze.
Il Ministero della cultura ha infine deciso di dare libero accesso ai musei, alle aree e ai parchi archeologici ed ai complessi monumentali di pertinenza statale, inclusi, in assenza di un percorso espositivo separato e di un biglietto distinto, gli spazi in cui sono allestite mostre o esposizioni temporanee. E' la prima volta nella storia della Repubblica. Il Ministro Gennaro Sangiuliano, infatti, all'iniziativa #domenicalmuseo, ha aggiunto altre 3 date a libero accesso nei luoghi della cultura: una è appunto il 2 giugno, le altre sono il 25 aprile e il 4 novembre.
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Un site internet (clic) dédié aux récits de centaines d'italiens qui ont quitté leur pays et parcouru le monde du XIX ème siècle à nos jours …
Le départ, les voyages, le retour … les succès, la nostalgie, l'amour, le travail, les guerres…
Récits authentiques et émouvants à lire et … à enrichir ...
Et si l'on parlait de l'immigration avec un peu de recul, en sortant de l'urgence, de l'actualité dramatique. Ne serait-ce que pour constater que voisins et cousins se confondent à notre porte. Nous entamons aujourd'hui une série de témoignages sur des parcours de vie de Bretons d'origine étrangère, installés ici depuis des générations ou plus récemment. Tous acteurs de l'identité d'un territoire, au croisement de multiples cultures revendiquées. Ouverture avec les Italiens.
« Mon rêve c'est de retourner en Italie, mais je sais que je ne pourrais pas, dit Michele Cioce. Il y a les enfants et petits-enfants ici. Là-bas, je n'aurais plus les copains d'enfance pour taper dans le ballon. Je ne serais qu'un vieux. Mais je peux vous dire que plus le temps passe, plus je me sens italien ». Rendez-vous a été pris dans le local de l'association Italia-Bretagne qui jouxte l'entreprise de bâtiment Cioce. Le seuil franchi, l'immersion est totale. La « famiglia » est réunie : Michele, ses trois filles, Morgane, Giulia et Selene, nées à Quimper, Chiara et Andrea, deux petits enfants, sa soeur Angela, son beau-frère Nino et sa nièce Sara.
« Rêveurs et travailleurs »
Michele Cioce est né en 1956 à Bari, dans les Pouilles, le talon effilé de la botte italienne. « Les Italiens, ce sont des voyageurs et des rêveurs, des aventuriers et des travailleurs », revendique Michele. Sa famille a déjà migré dans les années 1950 pour le travail car le sud du pays est sinistré économiquement après la Deuxième Guerre mondiale. « Nous sommes allés à Turin. J'avais un an et demi. Mon père était peintre, mon grand-père aussi. J'étais obligé de le faire. J'ai commencé à 14 ans ». Michele est doué pour le métier. Les affaires marchent. Il a un peu de moyens, voyage. C'est lors d'un séjour en Espagne que se produit le tournant. Il rencontre celle qui va devenir sa femme. Elle est de Bannalec. « C'était difficile de partir car j'étais employé par mon père et je gagnais bien ma vie. Aller en Bretagne était pour moi l'occasion de voir autre chose. Mon père n'était pas content. Évidemment, Quimper n'était pas la ville de mes rêves. Mais les Bretons sont gentils, sociaux. C'est un peuple que j'aime même si on se taquine sur le foot. Il y a la mer ». Michele s'installe en 1982. Il parle anglais, espagnol, pas le français. « Au début c'était dur. La nostalgie de la famille, les amis, la nourriture, le soleil. Il y avait ici quelques Italiens. Les premiers étaient arrivés au début des années 1900 et surtout, dans les années 1920-1930, du Frioul et du Piémont. Les enfants déjà âgés étaient nés à Quimper. Ils travaillaient aussi dans le bâtiment : ciment, carrelage, mosaïque. Quand ils sont arrivés, les Bretons ne connaissaient pas ces techniques. Les Italiens étaient en avance dans le bâtiment. Ils ont créé notre réputation. Les pizzaïolos sont arrivés plus tard ». Le cercle s'agrandit Michele se lance dans la peinture à Quimper et s'installe rapidement à son compte. L'entreprise de peinture Cioce aura jusqu'à 23 salariés. L'installation bretonne se consolide avec la naissance d'une première fille, Morgane. Un peu plus tard, il aura aussi le réflexe des anciens et convaincra sa soeur Angela et son beau-frère Nino, de le rejoindre. Comme une nécessité de communauté. « Nous avons mis l'appartement de Bari en vente et nous sommes partis en 1991, dit Angela. Nino savait qu'il serait embauché par mon frère. Moi j'ai vite trouvé du travail à la mairie. Je ne pensais pas rester si longtemps. Au début c'était dur avec la pluie, le brouillard au mois de juin ». La grande famille s'organise. « Mon frère et Nino sont les premiers à avoir installé une parabole à Quimper en 1992, dit Angela. Mon mari regarde uniquement la télé italienne. C'est comme s'il vivait toujours en Italie ». « La Bretagne est belle aussi, ajoute Nino. Et une fois que les Bretons te connaissent, il n'y a pas de problème de relation ». Dans les années 2000, Sara (diminutif de Serafina) rejoint ses parents Angela et Nino à Quimper. « Je n'avais pas de travail à ce moment-là en Italie. Arrivée ici, j'ai tout de suite trouvé un travail. Je n'ai jamais été au chômage ». Michele Cioce a deux autres filles, Giulia et Selene. Et déjà pointe le pays d'origine du père après l'identité bretonne de l'aînée.
« Uniquement Italien »
« Dans le pays de Quimper, il doit y avoir entre 200 et 300 Italiens qui ont un passeport, estime Michele. Mes filles, nées à Quimper, ont la double nationalité. Pas moi. Au départ j'avais une carte de séjour. Elle n'est plus nécessaire mais je la garde comme souvenir. Je suis uniquement italien. Devenir Français serait trahir mon pays. Je veux aller au paradis comme Italien. Je ne peux pas être Français ». Michele a transmis l'amour du pays d'origine à ses filles quand elles étaient petites. Tous les étés se passaient au pays d'origine entre Turin et Bari. Sylvain, le mari de Sara, connaît aussi la route. « Ce que j'ai découvert là-bas, outre la gestuelle dans l'échange, c'est une sorte de patriotisme que l'on sent moins chez nous », dit-il. « Je pense que dans leur âme les enfants sont plus Italiens que Français, ils sont plus tirés vers l'Italie », ose Michele. Ses filles sont dubitatives, pas prêtes à s'installer dans le pays voisin. « Moi, je ne pourrais jamais être Français, insiste Michele. Pas parce que je n'aime pas la France. J'ai des amis italiens qui sont devenus Français car à une époque, dans les années 1950, c'était obligatoire pour s'installer à son compte. Ils en pleurent aujourd'hui ». Nino, lui, se dit qu'il y retournera. Au moins six mois de l'année. Angela hésite. Les immigrés de la première génération sont déchirés. Leurs enfants auront moins d'états d'âme à vivre leur double culture.
EN COMPLÉMENT
Immigré ou immigrant ? La frontière est parfois ténue entre les deux notions. Pour simplifier, le terme d'immigrant (ou migrant) s'applique à une personne qui est en mouvement, en cours de déplacement depuis son pays d'origine. Un immigré, lui, est installé depuis un certain temps sur sa nouvelle terre d'accueil.
Les 20 ans d'Italia-Bretagne L'association Italia- Bretagne a été créée en 1997, par Michele Cioce, Nino Decandia et quelques autres Italiens du pays de Quimper. Elle propose des cours d'italien pour enfants et adultes, des cours de cuisine, du théâtre bilingue, des repas à l'ambiance italienne, des conférences culturelles, une bibliothèque bilingue... L'amicale est ouverte à tous, pas besoin de parler l'italien. Elle réunit 82 familles. L'amicale, c'est aussi le football avec le club Quimper Italia Calcio. Trois équipes adultes (PH, D3, D4) et une section jeunesse : les Azzurrini. (6 ans à 18 ans).
Histoires de langues. La transmission de la langue est centrale dans la culture des immigrés. « Quand nous allions en vacances en Italie, une fois passée la frontière, il fallait obligatoirement parler italien, se souvient Selene. Et nos cassettes de dessins animés étaient en italien . Il y a aussi le dialecte, « sinon on ne comprenait pas la grand-mère ». « Notre langue maternelle c'est le français, dit Morgane. Notre mère est Française. Avec les enfants, c'est difficile de transmettre la langue. Ils comprennent l'italien très bien mais je ne leur parle quasiment que français. Cela se perd de mon côté ». Chez les Cioce, trois langues se superposent au quotidien : le français, l'italien et le dialecte de la région de Bari. « Mes enfants parlent bien l'italien et comprennent le dialecte, confirme Michele. Mes petits-enfants, eux, comprennent et parlent un peu l'italien ». Le français reste pourtant la langue d'usage entre Michele et ses filles « sauf quand on n'a pas envie d'être compris des autres ». Dans la famille d'Angela et Nino, l'italien est plus présent au quotidien. « Nous parlons le dialecte de Bari ou l'italien entre nous et avec Sara », dit Angela. Par contre, les enfants de Sara ont eu un rapport différent avec l'italien, la mère n'ayant pas eu une pratique identique avec les trois enfants âgés aujourd'hui de 15, 10 et 6 ans. Ils ont aussi une bonne compréhension du dialecte. « Mais c'est gênant de parler italien aux enfants en public car on passe pour une étrangère », dit Sara
Ronan Larvor - Le Télégramme - mardi 26 décembre 2017